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Tale esame costituisce la metodica strumentale di prima scelta per la diagnosi della maggior parte delle malattie del tratto gastrointestinale inferiore.
Rispetto all’esame radiologico, l’endoscopia permette di valutare direttamente i visceri esaminati, di prelevare campioni bioptici per l’esame istologico e, in caso di sospetto sanguinamento, di verificarne l’esistenza, il tipo, di stimarne l’entità e di trattarlo.
Questo esame dà la possibilità al medico di osservare direttamente la superficie interna del grosso intestino (colon).
Durante la colonscopia è possibile effettuare uno o più prelievi (biopsie) di eventuali lesioni: il frammento di tessuto così ottenuto potrà essere sottoposto ad esame istologico per chiarire ulteriormente la natura della lesione.
Si definisce rettosigmoidoscopia l’indagine endoscopica limitata all’esplorazione degli ultimi segmenti del colon (sigma, retto, ano); mentre si parla di pancolonscopia se viene esplorato tutto il colon fino al cieco.
È possibile che la rettosigmoidoscopia venga eseguita precedentemente alla colonscopia; quest’ultima è una metodica sicuramente più accurata che interessa l’intero intestino anche se le modalità di esecuzione sono abbastanza simili.
Le indicazioni all’esame endoscopico del tratto digestivo inferiore comprendono:
INDICAZIONI MAGGIORI
INDICAZIONI MINORI
Ci sono in realtà poche controindicazioni assolute alla colonscopia, ma l’esame andrebbe evitato in presenza di:
Prima di iniziare la colonscopia i pazienti dovranno sottoporsi a preparazione completa dell’intestino. Questa richiederà notevole compliance da parte del paziente.
Qualunque sia lo schema di preparazione usato, è bene che il paziente segua una dieta a basso residuo nelle 48 h precedenti l’esame.
Lo schema di preparazione viene indicato all’atto della prenotazione dell’esame.
Durante l’esame si utilizzerà una piccola sonda flessibile chiamata colonscopio, munita all’apice di telecamera e fonte luminosa.
Questa sonda, appositamente lubrificata, verrà inserita nell’ano e fatta risalire pian piano nel retto e negli altri tratti dell’intestino crasso, incontrando nell’ordine sigma, colon discendente, colon trasverso, colon ascendente e cieco. Se necessario si può superare la valvola ileo-ciecale ed esplorare l’ultima parte dell’intestino tenue, chiamato ileo. Lo strumento verrà, quindi, retratto con altrettanta delicatezza.
Grazie alla telecamera, durante la colonscopia il medico potrà apprezzare lo stato di salute del colon osservando le immagini trasmesse dallo strumento all’apposito schermo.
Al fine di garantire una migliore visualizzazione della mucosa colica, durante la colonscopia si renderà necessaria la distensione delle pareti intestinali insufflando anidride carbonica attraverso il colonscopio.
Durante l’intera operazione il paziente sarà sdraiato sul fianco sinistro, ma potrebbe essere invitato dal medico ad eseguire piccoli movimenti.
Nel complesso la procedura avrà una durata di circa 30-40 minuti.
Il cancro del colon-retto rappresenta la seconda causa di morte nel mondo occidentale. Fortunatamente, se riscontrato e trattato nelle fasi precoci, è curabile in più del 90% dei casi.
I test di screening, come la ricerca di sangue occulto nelle feci,e, in caso di positività la colonscopia, garantiscono una diagnosi tempestiva, riducendo significativamente incidenza e mortalità.
Anche se poco gradite al paziente, colonscopia e rettosigmoidoscopia consentono di combattere:
Statisticamente parlando, nonostante i tratti enterici esaminati mediante sigmoidoscopia rappresentino meno della metà della lunghezza complessiva dell’intestino crasso, sono sede di circa il 60-70% dei tumori benigni e maligni. Per questo motivo, numerose linee guida concordano nell’affidare lo screening del cancro al colon all’accoppiata sigmoidoscopia/ricerca di sangue occulto nelle feci, riservando l’esame colonscopico alla valutazione dei casi positivi.
In particolare, a partire dai 50 anni di età si raccomanda di eseguire una ricerca di sangue occulto nelle feci ogni biennio, mentre tra i 58 ed i 60 anni è importante sottoporsi ad una rettosigmoidoscopia da ripetersi poi ogni decennio.
Ad ogni modo, in presenza di familiarità per la patologia, questi esami di screening possono essere consigliati già in età precoci e con maggiore frequenza.
La Sindrome di Lynch è una condizione genetica, di stampo ereditario, che predispone allo sviluppo di tumori maligni, tra cui il tumore del colon-retto.
Anche nota come cancro ereditario del colon-retto non poliposico o HNPCC, la sindrome di Lynch è dovuta alla mutazione di geni deputati a correggere gli errori del sistema di duplicazione del DNA, in occasione dei processi di divisione cellulare. la diagnosi di questa condizione sindromica si effettua tramite:
La Sindrome di Lynch è una condizione incurabile, in quanto non esiste alcun trattamento capace di annullare la mutazione genetica che la sostiene. Per questo motivo è assolutamente fondamentale effettuare una prevenzione secondaria tramite metodiche di screening utili alla diagnosi precoce di eventuali lesioni tumorali, permettendo così di intervenire sulle stesse quando ancora non hanno sviluppato caratteristiche di invasività.
Il programma di prevenzione, consigliato dalle linee guida del gruppo internazionale sulla HNPCC, si basa su esami per la sorveglianza delle neoplasie del colon-retto e degli altri organi. In particolare, l’obiettivo della prevenzione colica è di individuare ed asportare precocemente i polipi adenomatosi. Essa viene effettuata mediante colonscopia che, in assenza di sintomi, va eseguita ogni 1-2 anni a partire dai 20-25 anni.
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