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Endoscopia inferiore

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Colonscopia e Rettosigmoidoscopia

Tale esame costituisce la metodica strumentale di prima scelta per la diagnosi della maggior parte delle malattie del tratto gastrointestinale inferiore.

Rispetto all’esame radiologico, l’endoscopia permette di valutare direttamente i visceri esaminati, di prelevare campioni bioptici per l’esame istologico e, in caso di sospetto sanguinamento, di verificarne l’esistenza, il tipo, di stimarne l’entità e di trattarlo.

Questo esame dà la possibilità al medico di osservare direttamente la superficie interna del grosso intestino (colon).

Durante la colonscopia è possibile effettuare uno o più prelievi (biopsie) di eventuali lesioni: il frammento di tessuto così ottenuto potrà essere sottoposto ad esame istologico per chiarire ulteriormente la natura della lesione.

Si definisce rettosigmoidoscopia l’indagine endoscopica limitata all’esplorazione degli ultimi segmenti del colon (sigma, retto, ano); mentre si parla di pancolonscopia se viene esplorato tutto il colon fino al cieco.

È possibile che la rettosigmoidoscopia venga eseguita precedentemente alla colonscopia; quest’ultima è una metodica sicuramente più accurata che interessa l’intero intestino anche se le modalità di esecuzione sono abbastanza simili.

Le indicazioni all’esame endoscopico del tratto digestivo inferiore comprendono:

INDICAZIONI MAGGIORI

  • Valutazione di un’anormalità all’indagine radiologica che sia probabilmente significativa clinicamente. Es: un difetto di riempimento o una stenosi;
  • Ematochezia, ovvero presenza di sangue nelle feci di provenienza non ben definita dal tratto gastrointestinale inferiore;
  • Sangue occulto fecale positivo: circa il 50% dei pazienti con sangue occulto positivo nelle feci presenta una lesione del colon-retto e, nel 12% di questi, si tratta di tumori maligni;
  • Valutazione di pazienti con storia familiare positiva per carcinoma del colon retto e di pazienti con anamnesi positiva per condizioni morbose ereditarie come la Sindrome di Lynch (detta anche HNPCC, hereditary nonpolyposis colorectal cancer) che predispone ad un più alto rischio di carcinoma del colon-retto (ma anche di altri organi come stomaco, fegato e vie biliari, tratto urinario, intestino tenue, endometrio, ovaio e cervello) rispetto a quello valutato nella popolazione generale;
  • Anemia ferro carenziale priva di altre cause note
  • Diarrea persistente e clinicamente significativa
  • Diagnosi di malattie infiammatorie croniche intestinali (es: Morbo di Crohn e Rettocolite ulcerosa) e determinazione dell’estensione dell’attività di malattia;
  • Trattamento di sanguinamento da lesioni come malformazioni vascolari, ulcere e neoplasie tramite elettrocoagulazione, terapia laser o iniettiva;
  • Rimozione di corpi estranei
  • Escissione di polipi
  • Dilatazione con palloncino di una stenosi
  • Trattamento palliativo di neoplasia stenosante o sanguinante.
  • Follow-up post chirurgico
  • Follow-up di IBD

INDICAZIONI MINORI

  • Costipazione
  • Flatulenza
  • Alterazione dell’alvo
  • Dolore

Ci sono in realtà poche controindicazioni assolute alla colonscopia, ma l’esame andrebbe evitato in presenza di:

  • Processo flogistico severo (es. diverticolite acuta, dove sarebbe aumentato il rischio di perforazione durante la procedura, in quanto le pareti del colon risultano particolarmente assottigliate);
  • Gravidanza (a meno che non sia assolutamente necessaria);
  • Infarto del miocardio: in questo caso la controindicazione è limitata esclusivamente alle 3 settimane immediatamente successive all’evento, quando il rischio di aritmie sarebbe molto alto durante la procedura.

Prima di iniziare la colonscopia i pazienti dovranno sottoporsi a preparazione completa dell’intestino. Questa richiederà notevole compliance da parte del paziente.

Qualunque sia lo schema di preparazione usato, è bene che il paziente segua una dieta a basso residuo nelle 48 h precedenti l’esame.

Lo schema di preparazione viene indicato all’atto della prenotazione dell’esame.

Durante l’esame si utilizzerà una piccola sonda flessibile chiamata colonscopio, munita all’apice di telecamera e fonte luminosa.

Questa sonda, appositamente lubrificata, verrà inserita nell’ano e fatta risalire pian piano nel retto e negli altri tratti dell’intestino crasso, incontrando nell’ordine sigma, colon discendente, colon trasverso, colon ascendente e cieco. Se necessario si può superare la valvola ileo-ciecale ed esplorare l’ultima parte dell’intestino tenue, chiamato ileo. Lo strumento verrà, quindi, retratto con altrettanta delicatezza.

Grazie alla telecamera, durante la colonscopia il medico potrà apprezzare lo stato di salute del colon osservando le immagini trasmesse dallo strumento all’apposito schermo.

Al fine di garantire una migliore visualizzazione della mucosa colica, durante la colonscopia si renderà necessaria la distensione delle pareti intestinali insufflando anidride carbonica attraverso il colonscopio.

Durante l’intera operazione il paziente sarà sdraiato sul fianco sinistro, ma potrebbe essere invitato dal medico ad eseguire piccoli movimenti.

Nel complesso la procedura avrà una durata di circa 30-40 minuti.

  • Perforazioni: sono tra le complicanze più temute; possono verificarsi specialmente in presenza di diverticoli, nel qual caso l’esame va eseguito con particolare accortezza e delicatezza.
  • Episodi ipotensivi
  • Infezioni: il passaggio del colonscopio provoca il transitorio rilascio di microorganismi intestinali nel circolo sanguigno e nella cavità peritoneale. Per categorie di pazienti a rischio (immunodepressi, bambini cachettici, pazienti anziani con patologie epatiche e ascite), viene effettuata una profilassi antibiotica.

Il cancro del colon-retto rappresenta la seconda causa di morte nel mondo occidentale. Fortunatamente, se riscontrato e trattato nelle fasi precoci, è curabile in più del 90% dei casi.

I test di screening, come la ricerca di sangue occulto nelle feci,e, in caso di positività la colonscopia, garantiscono una diagnosi tempestiva, riducendo significativamente incidenza e mortalità.

Anche se poco gradite al paziente, colonscopia e rettosigmoidoscopia consentono di combattere:

  • tumori in fase precoce, diagnosticandoli e curandoli con terapie meno traumatiche e più efficaci;
  • tumori ancora confinati nel polipo, diagnosticandoli ed asportandoli ambulatorialmente durante l’esame stesso, senza bisogno di intervento chirurgico;
  • polipi che possono trasformarsi in tumore maligno, diagnosticandoli ed asportandoli ambulatorialmente durante l’esame, senza bisogno di intervento chirurgico;

Statisticamente parlando, nonostante i tratti enterici esaminati mediante sigmoidoscopia rappresentino meno della metà della lunghezza complessiva dell’intestino crasso, sono sede di circa il 60-70% dei tumori benigni e maligni. Per questo motivo, numerose linee guida concordano nell’affidare lo screening del cancro al colon all’accoppiata sigmoidoscopia/ricerca di sangue occulto nelle feci, riservando l’esame colonscopico alla valutazione dei casi positivi.

In particolare, a partire dai 50 anni di età si raccomanda di eseguire una ricerca di sangue occulto nelle feci ogni biennio, mentre tra i 58 ed i 60 anni è importante sottoporsi ad una rettosigmoidoscopia da ripetersi poi ogni decennio.

Ad ogni modo, in presenza di familiarità per la patologia, questi esami di screening possono essere consigliati già in età precoci e con maggiore frequenza.

La Sindrome di Lynch è una condizione genetica, di stampo ereditario, che predispone allo sviluppo di tumori maligni, tra cui il tumore del colon-retto.

Anche nota come cancro ereditario del colon-retto non poliposico o HNPCC, la sindrome di Lynch è dovuta alla mutazione di geni deputati a correggere gli errori del sistema di duplicazione del DNA, in occasione dei processi di divisione cellulare.
la diagnosi di questa condizione sindromica si effettua tramite:

  • l’analisi della storia familiare
  • test genetico su un campione di sangue.

La Sindrome di Lynch è una condizione incurabile, in quanto non esiste alcun trattamento capace di annullare la mutazione genetica che la sostiene. Per questo motivo è assolutamente fondamentale effettuare una prevenzione secondaria tramite metodiche di screening utili alla diagnosi precoce di eventuali lesioni tumorali, permettendo così di intervenire sulle stesse quando ancora non hanno sviluppato caratteristiche di invasività.

Il programma di prevenzione, consigliato dalle linee guida del gruppo internazionale sulla HNPCC, si basa su esami per la sorveglianza delle neoplasie del colon-retto e degli altri organi. In particolare, l’obiettivo della prevenzione colica è di individuare ed asportare precocemente i polipi adenomatosi. Essa viene effettuata mediante colonscopia che, in assenza di sintomi, va eseguita ogni 1-2 anni a partire dai 20-25 anni.

Per effettuare l'esame il paziente dovrà essere accompagnato.